Se hai mai visto qualcuno volare sopra un sentiero roccioso o atterrare con un tonfo dopo un salto, ti sarai chiesto: mountain biking è pericoloso? La risposta non è semplice. Non è più pericoloso di andare in bicicletta in città, ma non è nemmeno un passeggio nel parco. Dipende da cosa fai, dove lo fai, e quanto ti prepari.

Quanti infortuni ci sono davvero?

Nel 2023, l’Associazione Italiana di Medicina dello Sport ha registrato 12.400 casi di infortuni legati alla mountain bike in Italia. Sembra tanto, ma confrontalo con i 47.000 incidenti in bicicletta su strada nello stesso periodo. La maggior parte degli infortuni in mountain bike non sono gravi: contusioni, distorsioni, fratture della clavicola. Solo il 6% richiede un ricovero. Il 94% dei ciclisti torna a pedalare entro due settimane.

Il vero rischio non è il salto spettacolare che vedi sui video. È l’impatto con un albero, una radice nascosta, o una caduta in discesa a velocità troppo alta. Il 78% degli infortuni avviene su sentieri tecnici, non su piste facili. E il 62% coinvolge persone che hanno meno di due anni di esperienza.

Cosa ti può spezzare: le cause più comuni

  • Perdita di controllo in discesa: la causa numero uno. Soprattutto se non sai gestire il freno posteriore o ti aggrappi troppo al manubrio.
  • Colpi con ostacoli: radici, rocce, buche. Non sempre le vedi in tempo, soprattutto se il sentiero è ombroso o polveroso.
  • Cadute a bassa velocità: sì, anche a 10 km/h. Basta un piede che scivola su un sasso o un cambio di terreno improvviso.
  • Errore di valutazione: provare un salto troppo alto, un passaggio troppo stretto, un pendio troppo ripido. Spesso è la confidenza, non la mancanza di abilità, a portare ai guai.

Un dato che pochi dicono: il 41% degli infortuni avviene quando il ciclista è stanco. Non il primo giorno di vacanza, ma il quarto, quando le braccia sono pesanti e i riflessi rallentano. Il corpo non avverte il pericolo come prima.

Il casco non basta: cosa davvero ti protegge

Indossare il casco è obbligatorio, ma non è una magia. Un casco standard riduce il rischio di trauma cranico del 50%. Ma se non lo allacci, o se è vecchio (più di 5 anni), diventa un ornamento.

Le protezioni vere sono altre:

  • Protezioni per le ginocchia e i gomiti: riducono del 70% le ferite da abrasione. Non sono solo per i professionisti. Le trovi a 25 euro.
  • Guanti con rinforzi: ti salvano le mani da tagli, lividi e da un’impugnatura che ti fa perdere il controllo.
  • Protezioni per la schiena (back protector): non sono pesanti come sembrano. Ne esistono modelli sottili, traspiranti, che si infilano sotto la maglia. Riducono il rischio di fratture vertebrali del 65%.

La bici stessa conta. Una mountain bike con sospensioni anteriori e posteriori, freni a disco e gomme larghe (2.3” o più) ti dà molto più controllo di una bici da città con pneumatici sottili. Se la tua bici ha più di 8 anni, valuta un aggiornamento. I freni di oggi sono più potenti, le sospensioni più reattive. Non è un lusso: è sicurezza.

Attrezzi e protezioni per mountain bike disposti su tavolo in un bike shop italiano.

Il sentiero giusto fa la differenza

Non tutti i sentieri sono uguali. Un percorso blu in una stazione sciistica non è lo stesso di un sentiero rosso in Appennino. Le piste sono classificate in base a difficoltà: verde (facile), blu (intermedio), rosso (difficile), nero (esperti).

Se sei principiante, resta sui verdi e blu. Non fidarti dei cartelli che dicono “adatto a tutti”. Alcuni sentieri hanno tratti tecnici nascosti. Chiedi in un bike shop locale: “Quali percorsi sono sicuri per chi ha poche uscite?”. Ti daranno risposte vere, non pubblicità.

Evita i sentieri senza segnaletica o con segnali sbiaditi. Il 30% degli incidenti avviene su percorsi non ufficiali, spesso usati da chi vuole fare salti o trick. Non sono progettati per la sicurezza, ma per il video virale.

La preparazione: non è solo fisica

Andare in mountain bike non è solo pedale e velocità. È lettura del terreno, gestione del peso, anticipazione. Impara a guardare 3 metri avanti, non a 1. Se vedi una radice, non la eviti con un salto: la attraversi con il corpo che si muove con la bici.

Fai un corso base. Non serve un corso da 500 euro. Ne esistono di gratuiti, organizzati dai club locali. Impari a frenare in curva, a mantenere l’equilibrio su terreni sconnessi, a cadere in modo sicuro. Sì, cadere in modo sicuro: è una tecnica. Ti insegna a rotolare, non a bloccarti.

E non sottovalutare l’idratazione e la nutrizione. Un ciclista disidratato ha i riflessi più lenti. Porta sempre acqua e una barretta. Anche se vai per un’ora.

Il rischio maggiore? Non il terreno, ma la testa

Il vero pericolo della mountain bike non è il sentiero. È la convinzione che “non mi succederà”. Che “sono bravo”. Che “ho fatto cento volte lo stesso salto”.

La maggior parte degli infortuni gravi avviene dopo mesi o anni di esperienza. Non ai principianti. Ai ciclisti che pensano di essere immuni. Quelli che saltano senza controllare la presa, che non controllano la bici prima di partire, che non guardano il meteo.

La mountain bike non è un gioco. È un’attività che richiede rispetto. Rispetto per il terreno, per la bici, per il tuo corpo. Non devi essere un atleta per farla. Ma devi essere consapevole.

Ciclista in volo sovrapposto a un cervello che illumina, simbolo di attenzione e stanchezza.

Quando è meglio stare fermi

Se hai appena avuto un infortunio, aspetta. Se sei stanco, non salire. Se piove, valuta se vale la pena. Se la bici fa un rumore strano, controlla. Se il sentiero è pieno di foglie bagnate, evitalo.

Non è una sconfitta. È intelligenza. La mountain bike ti dà libertà. Ma la libertà vera è quella di scegliere quando pedalare, e quando rimanere a casa.

Le regole d’oro per pedalare in sicurezza

  1. Controlla la bici prima di ogni uscita: freni, gomme, catena.
  2. Indossa sempre casco, guanti e protezioni alle ginocchia.
  3. Non superare il tuo livello: se non ti senti sicuro, scendi e cammina.
  4. Non andare mai da solo su sentieri isolati: porta un telefono e avvisa qualcuno.
  5. Impara a fermarti in sicurezza: non usare solo il freno anteriore.
  6. Non fidarti dei video online: quello che vedi è un momento, non la realtà.
  7. Non pedalare se sei stanco, deidratato o sotto l’effetto di farmaci.

La mountain biking è più pericolosa della bicicletta su strada?

No, non è più pericolosa. Su strada ci sono più incidenti totali, ma molti sono causati da auto. In mountain bike gli infortuni sono più gravi ma meno frequenti. Il rischio è diverso: su strada ti colpisce un’auto; in montagna ti colpisce un sasso. Entrambi richiedono attenzione.

I bambini possono fare mountain bike?

Sì, ma solo con bici adatte, su percorsi verdi o blu, e sempre con un adulto. I bambini sotto i 12 anni non hanno ancora la coordinazione per gestire terreni tecnici. Le protezioni sono obbligatorie. Non lasciarli mai da soli su sentieri non segnalati.

È vero che la mountain bike fa male alla schiena?

No, se fatta bene. Anzi, aiuta a rafforzare i muscoli del core. Ma se la bici non è regolata bene, o se hai una postura scorretta, puoi avere dolori. Assicurati che la sella sia all’altezza giusta e che il manubrio non sia troppo basso. Un professionista può regolare la bici in 15 minuti.

Quanto costa una bici sicura per principianti?

Una buona bici da mountain bike per principianti parte da 800 euro. Non serve spendere 2.000 euro. Cerca modelli con sospensioni anteriori, freni a disco e gomme larghe. Evita le bici da 300 euro: sono troppo pesanti e hanno freni scadenti. È un investimento sulla sicurezza, non solo sulle prestazioni.

Posso fare mountain bike con le scarpe da ginnastica?

Puoi, ma non è consigliato. Le scarpe da ginnastica scivolano sui pedali, soprattutto se bagnati. Le scarpe da mountain bike hanno suola rigida e aderenza migliore. Costano 50 euro. Se non ne hai, almeno usa scarpe con suola spessa e senza tacco. Non andare mai con infradito o scarpe da tennis sottili.

Cosa fare dopo una caduta

Se cadi, non alzarti subito. Controlla: respiri bene? Muovi braccia e gambe? Hai dolore acuto o intorpidimento? Se sì, resta fermo. Chiama aiuto. Non fingere di stare bene solo perché non vuoi sembrare debole.

Se non hai dolore grave, controlla la bici: ruote dritte? Freni funzionanti? Catena integra? Se qualcosa è rotto, non ripartire. Chiedi un passaggio o chiama un amico.

La mountain bike ti dà emozioni. Ma le emozioni più belle arrivano quando torni a casa sano, con un sorriso, e non con un gesso.