Per molti, il ciclismo professionistico è una vita da sogno, ma pochi sanno davvero quanto porti a casa ogni mese un ciclista. Non tutti guadagnano cifre da capogiro: anzi, il distacco tra un gregario e un vincitore del Tour può essere enorme.
Vuoi sapere una cifra concreta? Nel World Tour, la Serie A dei pedali, il minimo da contratto nel 2024 è di circa 65.000 euro lordi all’anno per i pro’ con esperienza, ma chi arriva dalla categoria “neo-pro” parte da cifre più basse, sui 42.000 euro. Molti ragazzi alle prime armi faticano ad arrivare a fine mese, specie se si corrono poche gare o si prende paga da squadre minori.
- Da dove arrivano i soldi dei ciclisti
- Stipendio minimo: la base per pedalare
- Top rider e cifre da capogiro
- Extra: premi, sponsor e social
- Differenze tra uomini e donne
- Consigli per chi sogna la carriera
Da dove arrivano i soldi dei ciclisti
Quando si pensa allo stipendio ciclisti professionisti, si crede spesso che tutta la busta paga arrivi dalla squadra. In realtà, i soldi arrivano da più fonti, alcune insospettabili per chi non vive dentro questo mondo.
La base è il contratto con il team: ogni squadra World Tour ha un budget che viene suddiviso tra tutti i corridori. Chi ha più esperienza, oppure i leader che vincono le gare, riescono a strappare cifre più alte. Questa voce resta comunque la più corposa per la maggior parte dei ciclisti.
Oltre allo stipendio fisso, spesso ci sono i premi gara: quando la squadra vince una tappa o una corsa, scatta il cosiddetto "premio di squadra", che di solito viene diviso tra tutti i membri, dallo staff ai gregari. Un primo posto al Giro d’Italia può valere anche 11.000€, ma una vittoria al Tour arriva a superare i 50.000€, da dividere però con tutto il team.
Non sottovalutiamo gli sponsor personali: molti professionisti firmano accordi per usare caschi, scarpe, occhiali o anche semplicemente per raccontare la loro quotidianità sui social. I più famosi guadagnano quasi quanto il loro stipendio solo con le sponsorizzazioni. Anche i bonus di performance non mancano: alcune squadre premiano chi raggiunge obiettivi precisi, come vittorie o piazzamenti di rilievo nelle classifiche.
Infine ci sono le apparizioni a eventi o i ritiri organizzati da aziende, templi dell’allenamento dove i big vengono pagati per presenziare e motivare i clienti VIP. Insomma, non esiste uno stipendio unico: chi sa raccogliere più fonti mette in tasca più soldi, anche senza vincere grandi corse.
Stipendio minimo: la base per pedalare
Quando si parla di stipendio ciclisti professionisti, la prima cosa da capire è che c'è un vero e proprio minimo sindacale stabilito dall’UCI (l’Unione Ciclistica Internazionale). Dal 2024, chi gareggia nel World Tour deve rispettare dei minimi contrattuali, ma le cifre dipendono dal livello e dall’esperienza dell’atleta.
I neo-professionisti, cioè quelli al primo o secondo anno nelle grandi squadre, hanno diritto ad almeno 42.000 euro lordi all’anno. Chi invece ha più esperienza, e quindi già qualche stagione sulle spalle, sale a circa 65.000 euro lordi. Questi sono stipendi base, quindi senza considerare premi gara, bonus o sponsorizzazioni.
Categoria | Minimo lordo annuo (2024) |
---|---|
Neo-professionisti (World Tour) | 42.000 € |
Professionisti esperti (World Tour) | 65.000 € |
Continental Pro (seconda divisione) | 30.000 € |
Non pensare però che tutti vivano “da re”. Tanti lavorano per anni con solo lo stipendio minimo, specialmente quelli nelle squadre più piccole o in ruoli di gregario, dove la visibilità e i premi sono pochi. Più scendi di categoria, più si abbassano le cifre: nelle squadre Continental il minimo può arrivare anche a 30.000 euro, mentre tra i dilettanti spesso si corre quasi gratis sperando di essere notati.
Un trucco utile per chi insegue questo sogno? Puntare sulle squadre che investono davvero sulla formazione, perché offrono contratti più stabili e reali possibilità di passare ai livelli più alti, dove gli stipendi sono più dignitosi. Occhio sempre al tipo di contratto e ai benefit extra, come le coperture assicurative o i bonus sulle prestazioni.
Top rider e cifre da capogiro
Quando si parla dei grandi nomi, gli stipendi cambiano proprio musica. Prendi Tadej Pogacar: il suo contratto con la UAE Emirates passa i 6 milioni di euro lordi annui, ed è uno dei più pagati della storia recente. Anche Jonas Vingegaard, dopo il bis al Tour, secondo i dati pubblicati da Cyclingnews e L’Équipe, si muove su cifre tra i 4,5 e i 5 milioni all’anno. Remco Evenepoel, il nuovo fenomeno belga, firma per circa 4 milioni con la Soudal - Quick-Step, sfruttando anche il richiamo degli sponsor personali.
E non sono solo le gare a pesare. Questi top rider guadagnano bonus extra in caso di vittoria, partecipazione a contratti pubblicitari e anche dai social network, visto che le aziende pagano oro per storie e post su Instagram o TikTok. Un post sponsorizzato di una star del pedale può valere dai 5.000 ai 15.000 euro, specie nella stagione di punta.
Tra uomini e donne, però, resta una forbice abissale. Tra i maschi puoi trovare una ventina di corridori sopra il milione. Per le donne, solo poche atlete – come Annemiek van Vleuten e Elisa Longo Borghini – si avvicinano al mezzo milione, ma è ancora raro. E qui il tema dello stipendio ciclisti professionisti diventa davvero attuale: il gap è enorme.
Insomma, per diventare ricchi con la bici ci vuole talento da copertina e la capacità di vincere dove conta. Gli altri? Spesso si portano a casa giusto lo stipendio base, facendo una vita tutta fatica e salite, perlopiù lontano dai grandi riflettori.

Extra: premi, sponsor e social
Chi pensa che lo stipendio ciclisti professionisti sia tutto quello che i corridori incassano si sbaglia di grosso. Una buona fetta degli introiti arriva da premi gara, contratti pubblicitari e pure dai social. Non è raro che un ciclista arrivi a raddoppiare (o triplicare) lo stipendio base sfruttando queste entrate extra.
Partiamo dai premi. I primi 20 classificati in una tappa del Tour de France, per esempio, prendono quasi sempre una quota in denaro. Il vincitore di tappa porta a casa 11.000 euro solo per quel giorno, ma anche chi arriva nei primi dieci si ritrova con cifre interessanti. I premi vengono spesso distribuiti tra tutti i membri del team, dai gregari ai massaggiatori.
Competizione | Vincitore (premio tappa) | Vittoria generale |
---|---|---|
Tour de France | 11.000 € | 500.000 € |
Giro d'Italia | 11.010 € | 265.668 € |
Vuelta a España | 11.000 € | 150.000 € |
Oltre ai premi delle gare, ci sono gli sponsor. I grandi nomi delle bici (come Specialized), brand di caschi, occhiali, integratori o bici elettriche, offrono contratti personali ai top rider per apparire in eventi, spot o semplici post Instagram. Qui i guadagni fanno davvero la differenza, specie per i campioni che vanno forte davanti alle telecamere: Peter Sagan, per dire, ha incassato oltre 5 milioni l’anno soprattutto grazie a sponsor privati.
E poi sì, i social: non si tratta solo di follower, ma di soldi veri. Corridori con canali YouTube, come Geraint Thomas o Mathieu van der Poel, arrivano a percepire introiti pubblicitari e pagati direttamente dai brand per ogni post. Un ciclista con 500.000 follower può chiedere più di 2.000 euro per una singola storia sponsorizzata su Instagram.
- Puntare sui social fa trovare nuovi sponsor e aumenta la popolarità
- Raccontare la vita da atleta porta nuove collaborazioni
- La gestione dell’immagine conta quasi quanto pedalare forte
Come dice l’ex pro Filippo Pozzato:
"Un buon profilo social ormai vale quanto una vittoria di tappa. Le squadre cercano ragazzi che pedalano ma anche che sanno raccontarsi."In sintesi, chi vuole fare strada nel ciclismo non può pensare solo alle gambe: la testa, la simpatia e una buona strategia social pesano in busta paga più di quanto si immagini.
Differenze tra uomini e donne
Il gap tra stipendi maschili e femminili nel ciclismo professionistico è vero, esiste e non è da poco. Basta guardare i dati ufficiali UCI: solo nel 2023, per la prima volta, è stato introdotto un minimo salariale obbligatorio anche per le donne nelle squadre World Tour. Fino a poco tempo fa, molte cicliste correvano praticamente gratis, e solo poche erano pagate davvero da professioniste.
Nel World Tour femminile a partire dal 2024, il minimo garantito è di circa 32.100 euro lordi all’anno. Gli uomini, come dicevamo, partono da più del doppio. Questo divario si fa sentire su tutti i livelli: basta pensare che alcune delle migliori cicliste del mondo, come Annemiek van Vleuten, riescono ad avvicinarsi a stipendi a sei zeri solo grazie a sponsor personali o bonus speciali.
“Il ciclismo femminile sta facendo passi avanti, ma c’è ancora molta strada da fare per arrivare ai livelli degli uomini, sia in termini di salario che di visibilità.” – Elisa Longo Borghini, campionessa italiana
Guardiamo qualche numero che mette a confronto i minimi salariali delle categorie top nel 2024:
Categoria | Minimo salariale annuale (lordo) |
---|---|
Uomini World Tour (pro') | 65.000 € |
Uomini World Tour (neo-pro') | 42.000 € |
Donne World Tour | 32.100 € |
Ma gli stipendi non sono l’unica differenza. Anche i premi gara e le sponsorizzazioni personali sono spesso più alti tra gli uomini, per via della maggiore esposizione mediatica. Nel ciclismo femminile solo i risultati davvero pesanti regalano premi sostanziosi, mentre tra i maschi anche un buon gregario può prendersi soddisfazioni economiche.
Per chi vuole avvicinarsi a questo mondo, va messo in conto: la stipendio ciclisti professionisti femminile è in netta crescita, ma ancora oggi servono tanta passione e, spesso, un secondo lavoro nei primi anni. Negli ultimi anni qualche sponsor importante si è aggiunto, e con più visibilità e dirette TV, le cose stanno migliorando. Le società più forti fanno ormai contratti pluriennali un po’ più solidi, anche se il gap coi maschi resta ampio.
Consigli per chi sogna la carriera
Se punti a diventare ciclista professionista, ti serve una strategia chiara e tanta, tanta tenacia. Non basta pedalare forte: serve anche capire come muoversi fuori strada, soprattutto se parliamo di stipendio ciclisti professionisti che può partire da cifre basse.
- Cerca la squadra giusta: Inizia dalle squadre Continental, magari italiane, che spesso fanno da trampolino. Attento: alcune pagano a malapena il minimo sindacale.
- Fai esperienza alle gare giuste: Gare importanti come il Giro Baby (Giro d’Italia Under 23), la Roubaix esordienti e il Tour de l’Avenir sono sotto i radar degli osservatori delle World Tour.
- Punta sulla visibilità: Oggi i ds guardano anche i tuoi social. Racconta i tuoi risultati e mostra personalità: alcuni atleti ottengono sponsor extra proprio così.
- Studia l’inglese: Le grandi squadre hanno staff e tecnici internazionali (Jumbo-Visma, UAE Emirates, Ineos). Saperti presentare e comunicare aiuta spesso più delle gambe.
- Non mollare agli infortuni: Le carriere si giocano in una stagione. Anche dopo un anno così così, molti pro’ ce l’hanno fatta con una vittoria last minute o una fuga riuscita.
- Chiedi consiglio ai veterani: Da Gregari come Daniel Oss o Jacopo Guarnieri puoi imparare di più su come gestire la pressione che da tanti coach messi insieme.
Spesso i giovani ciclisti devono misurarsi con problemi pratici: spese per trasferte, materiali, visite mediche. Ecco, qui sotto hai una tabella con costi medi che spesso affronta un esordiente (dati raccolti da team Continental italiani nel 2024):
Spesa | Costo medio annuale |
---|---|
Trasferte e hotel | 3.500 € |
Materiali (ruote, abbigliamento extra) | 1.200 € |
Visite mediche e test | 450 € |
Alimentazione sportiva | 700 € |
Un ultimo consiglio: prepara già un’alternativa. Basta una caduta per cambiare tutto. Molti pro’ studiano a distanza, diventano meccanici, allenatori, oppure si costruiscono un pubblico sui social per non restare mai senza alternativa. Non devi essere soltanto atleta, ma anche un po' imprenditore di te stesso.